La pensione anticipata Opzione donna è un trattamento pensionistico erogato a domanda alle lavoratrici che hanno maturato determinati requisiti anagrafici e contributivi richiesti e che, alla data della domanda, si trovano in una delle condizioni indicate dalla legge.
In cambio dell’anticipo nell’uscita dall’impiego, la lavoratrice acconsente al ricalcolo della pensione col sistema integralmente contributivo.
Questo metodo di calcolo risulta di solito penalizzante: si basa infatti sull’età pensionabile e sui versamenti accreditati e rivalutati nella posizione previdenziale dell’iscritto INPS, non sugli ultimi o migliori redditi come il sistema di calcolo retributivo. Ai fini del raggiungimento del requisito pensionistico sono utili tutti gli accrediti contributivi: obbligatori, volontari, da riscatto, figurativi.
DECORRENZA E DURATA
È possibile conseguire la pensione Opzione donna decorsi:
- 12 mesi dalla data di maturazione dei requisiti, nel caso in cui il trattamento pensionistico sia liquidato a carico delle forme di previdenza dei lavoratori dipendenti;
- 18 mesi dalla data di maturazione dei requisiti, nel caso in cui il trattamento sia liquidato a carico delle Gestioni previdenziali dei lavoratori autonomi.
Il termine ordinario per l’emanazione dei provvedimenti è stabilito in 30 giorni.
In alcuni casi la
Opzione donna 2025:
La legge di Bilancio ha prorogato per il 2025 Opzione donna con requisiti notevolmente ridotti rispetto a quelli previsti per la pensione anticipata ordinaria. Nel 2025, così come già previsto per il 2023 e il 2024, però, possono accedere a Opzione donna solo tre categorie di lavoratrici.
- Caregiver, ossia lavoratrici che assistono, al momento della richiesta e da almeno 6 mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente, con handicap in situazione di gravità, oppure un parente o un affine di secondo grado convivente, qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i 70 anni di età, oppure siano anch’essi affetti da patologie invalidanti
- invalide civili in misura pari o superiore al 74%
- Donne licenziate o dipendenti in imprese per le quali è attivo un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale.
- Donne con 35 anni di contributi entro il 31 dicembre 2024.
- Lavoratrici dipendenti che hanno compiuto, entro il 31 dicembre 2024, 61 anni di età; il requisito anagrafico è ridotto a 59 anni, con 2 o più figli, ed a 60 anni di età con un figlio solo.
- Lavoratrici autonome che hanno 35 anni di contributi ( senza possibilità di cumulo e al netto dei periodi di disoccupazione, malattia e infortunio non integrati, relativamente ai periodi d’iscrizione presso l’assicurazione generale obbligatoria e presso i fondi sostitutivi della stessa);
- compimento di 59 anni di età;
- attesa di un periodo di finestra, a partire dalla data di maturazione dell’ultimo requisito e sino alla decorrenza della pensione, pari a 18 mesi.
Come si calcola l’Opzione donna:
Il sostanzioso anticipo nell’uscita dal lavoro consentito alle aderenti all’Opzione donna non è gratuito. Il trattamento di pensione, difatti, è integralmente ricalcolato col sistema contributivo: questo metodo di calcolo si basa:
– sulla contribuzione accreditata (rivalutata attraverso tassi di capitalizzazione basati sulla variazione quinquennale del Pil nominale)
– sull’età pensionabile (alla quale è collegato un coefficiente moltiplicatore, o di trasformazione, che converte il montante contributivo in assegno di pensione).
Questo, al contrario del sistema retributivo- misto, che invece si basa sugli ultimi redditi o retribuzioni e sulla contribuzione accreditata entro specifici archi di tempo.
Il calcolo contributivo risulta penalizzante nella maggior parte delle situazioni, anche se non esiste una penalità uguale per tutti, ma è necessario effettuare un’analisi caso per caso (in alcune rare ipotesi il ricalcolo contributivo può risultare addirittura più conveniente!).
Bisogna inoltre osservare che il ricalcolo contributivo, relativamente alla quota di pensione per i periodi sino al 31 dicembre 1995, consta di procedure notevolmente complesse, che considerano aliquote e retribuzioni medie relative a specifici archi di tempo, differenti in base alla gestione previdenziale di appartenenza.
A differenza di quanto previsto per le lavoratrici la cui pensione è interamente calcolata col sistema contributivo, la pensione con opzione donna è integrabile al trattamento minimo FPLD.